giovedì 30 giugno 2011

Insalata delle Dolomiti

Questa settimana mi piace "altoatesinizzare" ;-) Ho cominciato con i kaki-age dell'MTC e adesso tocca ad una manciata di foglioline verdi! Quasi quasi ci potrei fare una rubrica ;-). In realtà questa ricetta non ha niente di speciale, è semplicemente uno dei tanti modi per mangiare i canederli anche d'estate, modi sicuramente meno conosciuti del classico brodo o burro fuso...il nostro motto è CANEDERLI ÜBERALL e quindi riusciamo a ficcarceli ovunque! Però sono così simpatici...e non chiamateli polpette, perché si offendono!
Scoprirete che l'abbinamento canederlo-speck-aceto (di mele, ma anche balsamico) è una vera bomba...chi l'avrebbe mai detto! Eppure le sagge casalinghe altoatesine (scusate se continuo a nominare ste casalinghe, ma non posso farne a meno...sono troppo brave!) lo sanno da tempo e per questo quando avanzano dei canederli, eccoli che finiscono nelle ciotole dell'insalata...delle vere maestre del riciclaggio: dal pane secco nei canederli ai canederli avanzati nell'insalata! :-) 


I canederli che meglio si prestano per questo piatto sono quelli allo speck, ma non sono male neanche quelli al formaggio. Questa volta io ho usato i Fastenknödel, ovvero i "canederli della quaresima", in quanto privi di carne o altro. Si usano principalmente per accompagnare cibi saporiti, come ad esempio il Gulasch.

Insalata delle Dolomiti (dosi per 2)
insalata verde mista oppure cavolo capuccio q.b
3-4 canederli (Fastenknödel in questo caso)
ca. 50 gr di speck tagliato in un' unica fetta
1 manciata di semi di cumino
olio EVO
sale
aceto di mele

Lavate l'insalata/il cavolo capuccio che andrà affettato sottilmente. Condite con olio, sale,  abbondante aceto e i semi di cumino. Lasciate insaporire. Nel frattempo tagliate lo speck a striscioline e fatelo rosolare in padella senza l'aggiunta di altri grassi. Una volta rosolato, fatelo raffreddare e aggiungetelo all'insalata. Mettete a scaldare dell'acqua, salatela,  aggiungete i canederli quando bolle e abbassate subito il fuoco. Fate cuocere i canederli (l'acqua non deve bollire!) finché non vengono a galla (a seconda della grandezza ci mettono ca. 15-20 minuti). Scolate i canederli e fateli raffreddare un pò. Tagliateli a fettine e rosolateli nella padella usata per lo speck. Aggiungeteli all'insalata!

per i Fastenknödel
400 gr di pane raffermo
1 cipolla
3 uova
250 ml di latte
prezzemolo
eventualmente un pò di farina 
1 noce di burro
sale

Tagliate il pane a cubetti piccoli e versateci sopra il latte tiepido. Tritate la cipolla e fatela appassire nel burro. Strizzate un pò il pane e aggiungete la cipolla, il prezzemolo, il sale, le uova e se necessario un pò di farina. Mescolate bene con le mani e formate un impasto. Bagnatevi le mani con acqua fredda e formate i canederli. Mi raccomando, la pasta non deve restare attaccata alla mano. Cuoceteli in abbondante acqua salata, come descritto sopra.


Questa volta vi risparmio la tiritera della storia dei canederli, potrei scriverci anche 3-4 post probabilmente (comunque prima o poi ve la beccate!), ma i consigli ve li dovete sorbire! ;-)

Alcuni consigli/trucchetti
1) Schiacciate bene l'impasto quando formate il canederlo, che deve avere una forma rotonda e liscia, senza incrinature. Le incrinature permettono all'acqua di entrare nella pasta del canederlo e di farlo cadere a pezzi. Un trucchetto per evitare questo intoppo è di infarinare leggermente i canederli dopo averli formati. 
2) Provate a cuocere prima un solo canederlo. Se si rompe quando cuoce, aggiungete all'impasto altra farina o altro pane raffermo.
3) Per avere canederli ancora più buoni, cuoceteli nel brodo!
4) Cuoceteli sempre a bassa temperatura...l'acqua non deve bollire!


last but not least 
In Alto Adige saper fare bene i canederli è ritenuto importantissimo, essendo un piatto della tradizione le ricette vengono tramandate da generazioni...ogni famiglia ha la sua e non la cede neanche sotto minaccia di morte ;-)  In realtà l'aspetto cruciale nella preparazione dei canederli non sono tanto gli ingredienti, ma bensì la loro consistenza...quindi se mangiate canederli in Alto Adige NON tagliateli MAI con il coltello...il cuoco potrebbe offendersi, ve lo giuro! ;-)

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Burro e Miele.
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martedì 28 giugno 2011

Strudel kaki-age per l'MT challenge di giugno


Strudel kaki-age, ovvero delle frittelline nippo-altoatesine per il mio primo MT-challenge - mentre scrivo sono quasi emozionata!!! - vi ho studiato per molti mesi, cari amici dell'Emmeti, ma non riuscivo mai a combinare qualcosa degno di partecipazione, poi ho letto il post di Acquaviva e ho capito che era la volta buona! 
Io amo molto il cibo asiatico in generale, passione che condivido anche con il mio lui, ma forse più del cibo amo la precisione, la lentezza, ma anche la decisione e soprattutto i rituali con cui gli asiatici, i giapponesi poi in particolare, preparano le pietanze! Si "prendono cura" del cibo, non so come spiegarlo...gli dedicano un' attenzione particolare, seguendo regole ben strutturate e a volte anche complesse, molto affascinati. Toccano il cibo con molta delicatezza, che però si trasforma in energia, quando praticano l'arte del taglio, con risultati spesso molto scenografici! Avete presente i ristoranti  giapponesi con la cucina a vista? Ecco, io sono quella maleducata che sta li a fissare i cuochi e sarei capace di starci anche ore, ma non per carpire i segreti delle loro ricette, ma perché vengo ipnotizzata dai loro movimenti! Leggere Acquaviva ha avuto lo stesso effetto: la sua spiegazione mi ha letteralmente rapita, penso di aver letto il post 3-4 volte, per paura di aver perso qualche riga, qualche parola. E ogni volta che lo rileggevo, le emozioni mutavano, cresceva la voglia di sapere, di conoscere, di scoprire il Giappone e le sue tradizioni culinarie! Grazie Acquaviva! 
Ecco che quindi mi cimento, anche se proprio all'ultimo, nella mia versione dei kaki-age, ovviamente "altoatesinizzata", gli Strudel kaki-age...si non è uno scherzo, avete capito bene!!! Della serie...le casalinghe altoatesine incontrano quelle giapponesi ;-) 
Comunque credetemi non sono delle semplici frittelle di mele...hanno il loro perché! ;-) Ho deciso di servirli con una salsa alla vaniglia, come spesso servono lo Strudel da noi in Alto Adige, e con dello zucchero di canna aromatizzato alla cannella. Sono finite in men che non si dica ;-)



Strudel kaki-age (dosi per ca. 16-20 frittelle)

2 mele Golden Delicious
2 manciate di pinoli (ca. 30 gr)
50 gr di uva sultanina
1 litro di olio di arachidi per friggere
qualche cucchiaio di farina 00 per infarinare

Lavate le mele e privatele del torsolo. Tagliatele a piccoli pezzi (io ho scelto il taglio mijingiri). Mettetele in una ciotola, spolverate con un po' di farina e rimestate velocemente, in modo che siano ben asciutte. Aggiungete le mele, i pinoli e l'uvetta alla pastella e amalgamate velocemente. Friggetele nell'olio caldo a cucchiaiate, come dice Aquaviva:
Scaldare l'olio in un wok o un pentolino dai bordi alti, portandolo a 170°. (La temperatura ideale è raggiunta quando una goccia di pastella lasciata cadere nell'olio affonda fino a metà altezza e poi torna a galla. Se galleggia e dora subito l'olio è troppo caldo, se tocca il fondo e fatica a risalire la temperatura è troppo bassa. Per tenere la temperatura costante conviene friggere sempre pochi kaki-age per volta.)
Levare le frittelle quando sono croccanti ma ancora chiare, con le bacchette o una pinza perché perdano più olio possibile, ed adagiarle su carta assorbente.

per la pastella 
(ho seguito le dosi e il procedimento di Acquaviva alla lettera, ve le riporto qui  per semplicità, e ho aggiunto però un cucchiaio di cannella in polvere per aromatizzarla)
125 gr di farina 00 a basso contenuto di glutine (hakurikiko)
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio di cannella in polvere
200 ml. di acqua ghiacciatissima (ideale è lasciarla in frigo con qualche cubetto di ghiaccio fino a che si è sciolto)

Per la pastella di solito si usa acqua in quantità doppia della farina, ma il segreto sta nel setacciare un paio di volte con cura la farina e versarla in un contenitore trasparente, quindi disporre il tuorlo in un uguale recipiente e versarvi sopra tanta acqua ghiacciata quanta ne serve per raggiungere lo stesso livello della farina. La vera dose dell'acqua dipende dalla dimensione del tuorlo.
Sbattere l'uovo con l'acqua (usando un paio di bacchette di bambù) e quando è ben amalgamato unirvi  in un solo colpo la farina setacciata.
Mescolare lentamente e per poco tempo, per evitare che la pastella diventi collosa, non importa se restano dei grumi.
 
Io ho seguito le dosi sopra indicate e la consistenza mi sembrava giusta. Ho preparato la pastella sul momento e l'ho fatta riposare per ca. 20 minuti in frigo. 

per la salsa alla vaniglia
400 ml di latte
2 tuorli
50 gr di zucchero
25 gr di farina
mezza stecca di vaniglia

Scaldate il latte in un pentolino, insieme alla mezza stecca di vaniglia, incisa per il verso della lunghezza. Sbattete i tuorli con lo zucchero e versateci sopra il latte caldo. Rimettete tutto sul fuoco, aggiungete la farina setacciata e portate a bollore. Quando comincia ad addensarsi, cuocete per altri 1-2 minuti, togliete dal fuoco e fate raffreddare. Ricordate di togliere la stecca di vaniglia.

per lo zucchero alla cannella
50 gr di zucchero di canna
1 stecca di cannella

Il giorno prima: Mettete lo zucchero e la stecca di cannella in un recipiente ermetico, in modo che lo zucchero prenda l'aroma della cannella. 

Servite gli Strudel kaki-age in numero dispari con la salsa alla vaniglia e lo zucchero aromatizzato alla cannella in due ciotoline separate.

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venerdì 24 giugno 2011

Mini plumcake allo yogurt con ciliegie e albicocche


Allora come è cominciata la vostra estate? Beati quelli che sono al sole, magari in riva al mare, a curare la tintarella...io rimarrò bianchiccia qui in città ancora per un po' :-( e quindi avrò modo di invadere il blog di pasticci!!! Cominciamo subito! Oggi le temperature sono più miti e quindi ne ho approfittato per accendere il forno...non potevo resistere ancora, dovevo assolutamente provare gli stampi carinissimi di Anemone's corner presi su Etsy...sono un amore, così piccini e con quel look un po' vintage...per non parlare dei pirottini, avete visto che belli??? Sono proprio felice del mio acquisto, ne prenderò sicuramente altri...se vi piacciono, li potete trovare qui. Poi Mari è così gentile e professionale...dovete assolutamente vedere come impacchetta i vostri acquisti...grazie mille Mari, presto mi lancio pure sulle cannucce vintage! 
Per inaugurare gli stampini, ho preparato uno dei miei dolci preferiti...un semplice plumcake allo yogurt, ma arricchito dalla mia frutta preferita: albicocche e ciliegie, così la mia colazione, anche se cittadina, ha un che di estivo ;-) 
Come si fa a non adorare il plumcake allo yogurt? Io li mangio fin da bambina, prima quelli della Mulino Bianco, adesso me li faccio da me! Poi con questi stampini realizzo tante piccole monoporzioni, li congelo...et voilà...la colazione della mia infanzia è servita ogni giorno! Stasera poi viene a trovarmi mia sorella per il weekend, li adora pure lei (he he...la genetica!) e quindi domani mattina ci coccoliamo un po' con ricordi infantili...fatelo anche voi, ogni tanto fa bene! 

Mini plumcake allo yogurt con ciliegie e albicocche (dosi per 10 pezzi)
180 gr di farina 00
40 gr di fecola 
80 ml di olio di semi
250 gr di yogurt bianco (io vi consiglio quello di Vipiteno o quello greco)
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
100 gr di zucchero
100 gr di ciliegie
5 albicocche

Sbattete le uova, aggiungete lo yogurt e mescolate. Poi aggiungete, sempre mescolando bene tra un ingrediente e l'altro (io uso la planetaria con il gancio a foglia) ed in questo ordine, l'olio, lo zucchero, poi la farina e la fecola setacciate, il lievito e il pizzico di sale. Il composto deve essere ben amalgamato. Riempite gli stampini fino a ca. la metà. Lavate le albicocche e le ciliegie. Tagliatele a metà e privatele del nocciolo. Tagliate le albicocche ancora a fettine. Mettete in ogni stampino metà albicocca tagliata a fettine e qualche ciliegia. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 gradi per ca. 15 minuti. Fate comunque la prova dello stecchino per verificarne la cottura. 
Buon weekend a tutti! 




Non essendo molto dolci e abbastanza light, i mini plumcake partecipano al contest di Bietolin@, di Paprika&Paprika a quello yogurtoso di Silvi's Kitchen, a quello ciliegioso di Zampette in pasta e al calendario di Ammodomio. 
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mercoledì 22 giugno 2011

Bulghurotto per il solstizio d'estate boreale


E' arrivata l' estateeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! Il nome deriva dal latino aestatem, che ha il significato di calore bruciante, richiamando il caldo fastidioso...io odio l'afa e il caldo esagerato, ma avevo tanta tanta voglia di aestatem! Dopo qualche giorno un po' nuvoloso, è tornato il sole e devo dire che i 25 gradi patavini di questi ultimi 2-3 giorni sono stati molto gradevoli e graditi...peccato che la pacchia sia già finita (30 gradi!!!!)...la mia voglia é già soddisfatta, speriamo non mi passi del tutto quella di stare ai fornelli! ;-) 
Per inaugurare la nuova stagione ho fatto un nuovo esperimento...il bulghurotto, ovvero il bulghur-risotto...dopo il successone del granotto, non potevo non cimentarmi in altre preparazioni del genere. In realtà all'inizio ero un po' scettica: quando mi è venuta questa idea, mi sono subito fiondata "in rete", ma non ho trovato nulla...ho iniziato a pensare che probabilmente il bulghur non era adatto a questo tipo di preparazione e che magari ne usciva una pappetta, meglio continuare ad utilizzalo nelle insalate...ma io ho la testa moooooooooooolto dura e quando mi fisso su una cosa devo farla. Ci ho dormito su qualche notte, e alla fine mi sono decisa: FARO' IL BULGHUROTTTO e così é stato! Il risultato é stato sorprendente, ha superato tutte le mie aspettative...non solo é buonissimo, ma devo dire che tiene anche la cottura...altro che pappetta! ;-) 
Lo adotto ufficialmente tra i miei piatti preferiti, ovviamente inizierò a declinarlo e propinarlo in tutti i modi, anche se ho già capito che le verdurine di stagione sono il suo forte...chissà conoscendomi è molto probabile che presto mi cimenterò in una versione risottata del tabuleh! Se la faccio vi farò sapere...intanto provate questo! Buon solstizio d'estate a tutti...anche se con 1 giorno di ritardo!


Bulghurotto porri, carote e ricotta (dosi per 2)
piccola premessa: il bulghur si gonfia molto in cottura, per cui vi consiglio di non esagerare con le dosi. Io ho calcolato ca. 70 gr a testa e vi assicuro che bastava e avanzava...ma poi non è avanzato da quanto buono...comunque oltre ad essere ricco di vitamine e sali minerali ha un elevato potere saziante...niente male per chi è a dieta, o no? E soprattutto ha un apporto calorico minore della pasta! L'ideale per la linea ;-)

120-140 gr di bulghur
1 porro
2-3 carote
80-100 gr di ricotta vaccina fresca (ma nessuno vi vieta di usare quella di pecora, se vi piace)
1 bicchiere di vino bianco
brodo vegetale qb. 
2 cucchiai di olio EVO
sale e pepe

Lavate le verdure, sbucciate la carota e tagliatela a dadini, tagliate il porro a rondelle e fate soffriggere per qualche minuto in 2 cucchiai di olio EVO. Aggiungete il bulghur e fatelo tostare un po', sfumate con il vino bianco, fate evaporare e aggiungete gradualmente poco brodo caldo, portando a cottura. Mantecate con la ricotta fresca, salate e pepate e se volete decorate con una piccola quenelle di ricotta, una spolverata di parmigiano reggiano e una fogliolina di basilico. 


La ricetta partecipa al contest della Bietolin@, di Gusto Shop, di zia Topolinda e di Eve:

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lunedì 20 giugno 2011

Polpette speziate con salsa allo yogurt


Le polpette le sanno fare praticamente tutti e le fanno praticamente tutti...infatti in ogni parte del mondo ve ne è una versione...in Afghanistan, Svezia, Finlandia, Danimarca e chissà dove ancora sono addirittura il piatto della tradizione! Diciamo che anche noi italiani le decliniamo in molteplici versioni...e siamo chi più chi meno polpette-addicted! Di carne, di pesce o di verdure...una tira comunque l'altra e a volte è difficile smettere! Almeno per me è così e poi quasi tutti abbiamo un ricordo infantile legato a questa pietanza, o no? Secondo me addirittura fanno parte della categoria comfort food...sono semplici, genuine e appaganti e molto spesso, appunto, hanno un valore affettivo! A me in realtà mettono anche molta allegria, perché mi ricordano Fantozzi e le "polpette di Bavaria" in "Fantozzi contro tutti" e le risate coi lacrimoni di mio padre mentre lo guardava ;-)
E poi sono facili da fare e soprattutto veloci, qualità molto apprezzata dalla sottoscritta durante la settimana, in cui i ritmi sono abbastanza sostenuti ed il tempo per i fornelli è ridotto al minimo (a volte non vorreste tipo 10 mani e giornate di 50 ore?). Dai dai...fanno anche la loro bella figura, o no?

per le polpette speziate (ca. 18 pezzi)
400 gr di carne di manzo macinata
2 uova
1/2 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di cumino
1 cucchiaino di curry
1 cucchiaino di paprika
1 cucchiaino di coriandolo
1 manciata di prezzemolo
pangrattato q.b.
pepe nero
sale
olio per friggere

Sbattete le uova, aggiungetele alla carne ed insaporite con tutte le spezie e salate. Amalgamate bene e aggiungete pangrattato quanto basta (ca. una tazza) ad ottenere un composto morbido, ma non troppo. Formate le polpette e rotolatele in altro pangrattato. Friggetele, scolatele su carta assorbente e salatele. Servitele su degli spiedini alternate da pomodorini. 

per la salsa allo yogurt
80 gr di yogurt (vi consiglio quello di Vipiteno intero o quello greco)
succo di mezzo limone
2-3 cucchiaini di olio EVO
erba cipollina

Amalgamare tutti gli ingredienti, mescolando energicamente. Tuffateci dentro gli spiedini di polpette e...leccatevi le dita ;-) 


Queste polpettine sono buonissime anche fredde e gli spiedini, oltre ad essere carini, sono facilmente trasportabili (come anche la salsa) e non servono posate...quindi partecipano ai due contest estivi di pan per focaccia e di menta piperita, ma anche al contest yogurtoso di Silvi's kitchen, al contest di Liz e sua sorella e al contest della Cassata... CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA ;-)

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sabato 18 giugno 2011

It's marmellata time


Ebbene si, sto ancora gongolando...52...che bel numero...I ♥ ABOUT FOOD (la "lovvavo" ovviamente anche prima, che sia ben chiaro!!!)...e così scoprite un nuovo lato di me: mi emoziono facilmente ;-) Si, l'altro ieri mentre sfogliavo la rivista, il cuore mi batteva un po' forte...giusto un po'! Quel po' che mi da la conferma che questo blog mi fa star bene! Che cucinare mi fa star bene, l'avevo già capito, ma il blog era un po' un incognita: ci si mette in gioco, è un impegno (non solo temporale)...non é sempre facile misurarsi con gli altri e ogni tanto ci si chiede il perché...perché lo faccio? Perché mi piace e mi fa star bene appunto! MOLTO BENE! ;-) E quindi si continua...
Chiusa questa piccola parentesi, apriamone una grande...it's marmellata time! La frutta in questo momento é buonissima e su tutti i foodblog iniziano a fiorire un sacco di ricettuzze e ideuzze per le confetture, e quindi io mi adeguo ;-) Non è assolutamente un sacrificio,vi ho già detto che adoro fare la marmellata...per mangiarla, ma soprattutto per regalarla ;-) Mi piace metterla in piccoli vasetti da decorare, abbellire e donare alle persone a cui tengo...magari nei mesi freddi, quando ogni tanto ci prende la nostalgia della primavera e dell'estate e dei loro sapori ;-)

E siccome durante il marmellata-time, la mia cucina si trasforma in un vero laboratorio sperimentale...magari vi do qualche idea e alcune ricettuzze delle mie "the best" di questo periodo. Queste sono tutte collaudate, ve lo garantisco...non vi do' delle ciofeche ;-)
Le dosi di ogni ricetta sono per ca. 4-5 vasetti da 0,15 l e il peso si riferisce a frutta già mondata. Io utilizzo lo zucchero gelificante o la pectina, in modo da non dover far bollire troppo la marmellata (a me piace che mantenga il sapore della frutta) e di solito non aggiungo altro zucchero. Dicono che potrebbe durare meno, ma se sterilizzate bene i vasetti, vi garantisco che dura, è più buona e anche meno calorica (e ciò non guasta MAI, soprattutto prima della prova costume, vero?) Ricordatevi che se usate frutta matura e di stagione, questa contiene abbastanza zuccheri da rendere possibile la conservazione (con qualche rara eccezione). 




Il procedimento è molto semplice e quasi sempre lo stesso: Lavate bene e tagliate la frutta a pezzi e mettetela in una pentola abbastanza grande. Versate la pectina (ed eventualmente lo zucchero) a freddo. Accendete il fuoco e portate a ebollizione. Fate bollire per 3-4 minuti o finché non raggiunge la giusta consistenza (prova del piattino). Io poi passo la marmellata con il frullatore ad immersione, prima di invasarla bollente nei vasetti sterilizzati. 
La sterilizzazione: vi sono vari modi di sterilizzare i vasetti. Io uso il più semplice e veloce, ovvero sterilizzo con il microonde. Riempio i vasetti di acqua fino a metà e li metto nel microonde (nel mio entrano 6 alla volta) e faccio andare alla massima potenza (600 W il mio) per ca. 6-8 minuti (così sono sicura che sono sterilizzati bene!). Svuotata l'acqua sono pronti per essere usati. Importantissimo è usare tappi nuovi!

1) Confettura di albicocche e pesche saturnine 
500 gr di albicocche 
500 gr di pesche saturnine (o tabacchiere...quelle pesche appiattite sui lati, dalla polpa molto profumata)
25-30 gr di pectina
Seguite semplicemente il procedimento sopra indicato ;-)

2) Confettura Bellini
1 kg di pesche bianche
2 bicchieri di prosecco
25-30 gr di pectina
Dopo aver tagliato le pesche a pezzettini, mettetele a macerare in un recipiente con il prosecco per 1 notte in frigo. Poi versate il tutto nella pentola e seguite il procedimento. 


3) Confettura Rossini → come la Bellini, ma con le fragole al posto delle pesche

4) Confettura fragole e menta
1 kg di fragole
succo di 1 limone
100 gr di zucchero
8-10 foglie di menta
25-30 gr di pectina
Fate macerare le fragole a pezzetti con il succo di limone per 1 notte. Versate tutto nella pentola e seguite il procedimento. Invasate, e aggiungete per ogni vasetto 2 foglie di menta. Aspettate ca. 2 settimane prima di consumarla.


Buon weekend a tutti!





P.S: Le mie marmellatine partecipano al contest
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mercoledì 15 giugno 2011

Come lo potrei chiamare? Granotto?


Granotto? Ovvero grano cotto come un risotto...storia di una ricetta svuotafrigo! ;-) 
ore 12.58: "Oddio che tardi...e che cucino oggi?" Vediamo un pò che c'abbiamo qua nel frigo: zucchine che ti pregano disperatamente di essere cucinate e un tristissimo rimasuglio di casatella trevigiana...sto gia' pensando a delle zucchine ripiene di casatella, ma sono troppo piccole e poche e quindi non ci sfamano...e mó? Apriamo la dispensa, scatola gialla strana, che mi salta subito all'occhio, visto che non ricordo di averla comprata -infatti me l'ha presa mia sorella Ale (santa dei surgelati e delle cose strane)- ma cos'è? Grano???? Hmmm! La storia si fa interessante...
ore 13.04: scalogno celo, brodo vegetale celo, burro pure...bene e Granotto sia!
ore 13.07: la mia dolce metà arriva in cucina e chiede "Che si mangia oggi?", io:"Granotto", lui "eh????", esce dalla cucina quasi scioccato, non ha il coraggio di chiedere spiegazioni, ma prima passa per il frigo a controllare che ci siano gli ingredienti  per farsi un panino ;-)
ore 13.08: inizia la preparazione...eccovi la ricetta:

Granotto zucchine, casatella trevigiana e menta (dosi per 2)
160 gr di grano
1 noce di burro
mezzo scalogno (o 1 piccolo)
3 zucchine piccole
5-6 foglie di menta
70 gr di casatella trevigiana
sale e pepe
parmigiano
brodo vegetale q.b.

Tritate lo scalogno e fatelo appassire nel burro. Tagliate le zucchine a tocchetti piccoli e aggiungeteli allo scalogno, fate rosolare un po', poi aggiungete il grano. Fate tostare bene e portate a cottura aggiungendo gradualmente del brodo vegetale. Mantecate con la casatella trevigiana e un po' di parmigiano. Tritate le foglie di menta e aggiungetele al granotto per insaporire. Salate e pepate e lasciate riposare 1-2 minuti, in modo che i sapori si amalgamano per bene e il granotto raggiunga la giusta consistenza. Impiattate, una spolverata generosa di parmigiano, decorate con una fogliolina di menta profumata e preparatevi a stupire anche il piu' scettico degli assaggiatori! 
ore 13.25: si mangia!!!! E non è avanzato neanche un chicco! :-)


Essendo una ricetta svuotafrigo, partecipa al contest della Fata...
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lunedì 13 giugno 2011

L'arrosto della mia mamma (o quasi)


L'arrosto mi fa pensare subito alla mia mamma. Fin da piccola mi ha deliziato con questo piatto...il mio piatto della domenica. Da piccola non amavo la carne, facevo di tutto per non mangiarla, ma quando la mamma faceva l'arrosto, era un'altra cosa...il solo profumo mi faceva stampare un sorriso sulla faccia...la osservavo mentre rosolava la carne, l'aromatizzava...il sibilo della pentola a pressione come sottofondo dei miei giochi e poi le sue mani curate e precise che tagliavano fettine sottili e perfette. Questi gesti, riti, le emozioni, nel tempo, non sono cambiati. In questi anni lontana, all'università, l'arrosto di mia madre è diventato il piatto del ritorno a casa, la sua personale coccola per me. Ancora oggi la osservo rapita mentre lo prepara,  e mi chiedo come faccia un piatto così semplice ad emozionarmi ogni volta che lo mangio. Ho cercato di memorizzare ogni gesto, ogni ingrediente, la sua quantità, di carpire il segreto di tanta bontà...nessun segreto...eppure non ero mai riuscita a replicarlo, nonostante seguissi alla lettera tutte le sue indicazioni, nonostante i tanti anni da spettatrice.  In cucina, come nello studio, sono concentrata, meticolosa, precisa, eppure non mi veniva uguale. Ieri finalmente ce l'ho fatta, chissà perché...o meglio quasi fatta... perché quello della mamma rimane appunto della mia mamma ;-)

Arrosto di vitello con la pentola a pressione (dosi per 2)
500 gr di polpa o noce di vitello 
1 spicchio d'aglio
mezzo bicchiere di vino bianco
2 bicchieri di brodo 
aromi misti: rosmarino, salvia, ginepro, alloro, origano, timo, maggiorana e basilico
olio EVO
sale

Velate il fondo della pentola a pressione con l'olio EVO e rosolate bene la carne su tutti i lati. Quando la carne é abbastanza rosolata, mettete lo spicchio d'aglio, gli aromi e salate e rosolate ancora per qualche minuto. Sfumate con il vino bianco, lasciate evaporare, togliete l'aglio, aggiungete il brodo e chiudete la pentola a pressione. A partire dal fischio, cuocete su fiamma medio-alta per 35 minuti. Fate raffreddare la carne e tagliatela a fettine sottili. Se il sughetto dovesse essere troppo liquido, fatelo restringere oppure aggiungeteci mezzo cucchiaino di fecola di patate setacciata. (come farei io, ma non fa la mia mamma). Rimettete le fettine di carne nella pentola, scaldate e servite con delle patatine novelle arrosto e soprattutto preparate delle fettine di pane per la scarpetta...il sughetto è irresistibile ;-)

per le patate
Vi do due suggerimenti per averle croccanti fuori e morbide dentro, anche se la qualità delle patate non è ottima:
1) Lavatele, pelatele e tagliatele a tocchetti. Mettetele in ammollo in acqua per ca. 1 oretta scarsa...così perdono parte dell'amido.
2) Cuocetele a vapore per 4-5 minuti, poi mettetele in forno.

L'idea in più
Se dovesse avanzare (cosa molto difficile) del sughetto, tenetelo da parte (io ne faccio tanto a posta e poi lo congelo). Vi può tornare utilissimo per condire una pasta lampo, che vi farà fare un figurone...ideale se avete ospiti inaspettati...ma è talmente buona che non aspetterete di averli ;-) Ovviamente l'idea si estende con tutti i sughetti avanzati (brasato, spezzatino...)


Tagliatelle con il sughetto avanzato
tagliatelle all'uovo
sughetto dell'arrosto avanzato
panna
parmigiano reggiano

Lessate le tagliatelle in abbondante acqua salata, saltatele con il sughetto dell'arrosto scaldato in una padella con un po' di panna e spolverate generosamente con parmigiano reggiano. Delicatissime e buonissime!


La ricetta partecipa ai contest:

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sabato 11 giugno 2011

Finalmente mi faccio un clafoutis!


Non avevo mai mangiato il clafoutis...ma mi ha sempre ispirato un sacco! Sono anni che mi riprometto di farlo e poi mi passa dalla testa, lo rivedo su qualche blog o rivista e mi ri-riprometto di farlo e poi...eh no eh, sta volta non mi sono dimenticata! Ho studiato bene bene tutte le ricette che ho trovato...tutte diversissime e quindi mille dubbi: ma ce lo metto il burro o no? Quanta farina? il latte si o no? Quante uova 1,2,3, o 4? e la farina di mandorle? Stavo impazzendo, ma alla fine ho scelto: il burro non ce lo metto, perché tra un po' c'é la prova costume, ma il latte si, senno che ci metto? Uova? 1 perché c'era solo quello e niente farina di mandorle, perché quella non c'era proprio! Ho tirato un sospiro di sollievo e ho raggruppato gli ingredienti, ma mancava la frutta: ero indecisa se farlo di fragole o di ciliegie e siccome non volevo rifare tutta la tiritera della scelta...ce le ho messe tutte e due! Tje!
Risultato? L'abbiamo spazzolato tutto in men che non si dica ed é entrato nella top ten dei miei dolci preferiti...semplice, buonissimo, quasi light e pure bello...che vogliamo di piú?


Clafoutis fragole e ciliegie (dosi per 2)
60 gr di farina
30 gr di zucchero a velo
1 uovo
250 ml di latte 
1 cucchiaino da caffè di estratto di vaniglia o di vanillina
8-10 fragole e 8-10 ciliegie

Sbattete l'uovo con lo zucchero a velo e l'estratto di vaniglia. Aggiungete poco alla volta la farina setacciata. Scaldate il latte e versatelo a filo al composto, continuando a sbattere. Tagliate le fragole a metà o in quarti, mentre le ciliegie le ho tenute con il nocciolo (mi dicono che da sapore...e la tradizione vuole così...voi fate come vi pare). Versate il composto negli stampi monoporzione (altrimenti per lo stampo da torta, raddoppiate le dosi) e aggiungete le fragole e le ciliegie. Cuocete in forno ventilato preriscaldato a 180 gradi per 30 minuti. 
Più facile di così? ;-)



La ricetta partecipa ai contest di Gusto Shop e di Zampette in Pasta

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